Intervista di Arianna Govoni
Ancora poco conosciuti nella scena underground, i Kalidia sono tra i veterani del Milady Metal Festival. Dopo averli visti in azione lo scorso anno in compagnia ai Cellar Darling, nuovo progetto di Anna Murphy degli Eluveitie e gli austriaci Serenity, i quattro musicisti toscani tornano a calcare le assi del palcoscenico dell’Arci Tom per presentarci alcuni estratti della loro ultima fatica, “Lies’ Device”… ma non solo! In questa esaustiva intervista, Nicoletta Rosellini e soci ci anticipano anche qualche novità fresca fresca e si raccontano per la prima volta ai microfoni di Femme Metal!
Ciao Nicoletta, ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Femme Metal. È un piacere avervi qua. Come state, nonostante il caldo infernale di oggi?
Nicoletta: Devo dire che in questo nuovo stato solido, anzi… Siamo passati dal solido al liquido e tra poco sarà vapore… Scherzi a parte, tutto bene, tutto bene! È sempre bello tornare qua al Milady per noi che siamo i veterani, insieme ai Cellar Darling, viste due edizioni su due! L’ambiente qua è veramente bello, siamo contenti!
Allora, per rinfrescare un po’ l’atmosfera vorrei iniziare questa chiacchierata partendo proprio da una domanda molto “basic”: vi andrebbe di accennarci qualcosa in merito alla vostra biografia? Come nascono i Kalidia?
Nicoletta: Certo! La band si è formata alla fine del 2010. Alcuni di noi venivano da un progetto precedente in cui facevamo principalmente cover. Abbiamo poi deciso di fare alcuni cambiamenti e improntarci più su materiale nostro. Abbiamo fatto un paio di anni di rodaggio, poi io, Federico e Roberto – che sono ancora presenti nella band – insieme agli allora membri abbiamo registrato il primo demo nel 2012 che si chiamava “Dance Of The Four Winds”, il quale conteneva dei brani che sono stati poi ri-registrati nel disco di debutto, uscito in via indipendente nel 2014. Adesso abbiamo finito di registrare il nostro secondo disco, abbiamo firmato un contratto discografico… quindi a breve speriamo di potervi dire tutto sulla futura uscita.
Qualche tempo fa avete dato alle stampe il vostro album “Lies’ Device”. Che tipo di accoglienza ha ricevuto dal pubblico?
Nicoletta: Guarda, devo dire che è stata molto buona, soprattutto dai fan, tant’è che il video che abbiamo tratto dalla canzone che, appunto, dava il nome al disco è andato benissimo e questo ci ha portato un sacco di visibilità, sia come band che come riscontri di vendite… quindi è stato accolto veramente bene! Ancora a distanza di quattro anni, con magari un sound da primo disco di una band in realtà ci sta ancora dando qualche piccola soddisfazione. Siamo molto contenti!
Oggigiorno, si sa, è abbastanza impegnativo riuscire a farsi una nomea all’interno di un panorama musicale sempre più esigente e “difficile”, se così vogliamo dire. Secondo voi quanto è arduo riuscire a farsi conoscere da chi ama la musica metal, farsi conoscere in generale?
Nicoletta: Questa è una bella domanda, perché, in realtà, quando noi abbiamo iniziato a condividere la nostra musica non c’era stato propriamente il “boom” clamoroso dei social network, quindi erano poche le band che caricavano le canzoni e le andava a spammare nei vari gruppi. Devo dire che questo ci ha aiutati tanto all’inizio! Adesso è pieno di gruppi Facebook, ad esempio, che trattano un particolare genere musicale. Vedo tantissimi post ma poche interazioni sotto, quindi penso che se noi avessimo iniziato ora o comunque in questo periodo, forse sarebbe stato un pelino più difficile, nonostante il mercato sia, oramai, intasato di band, musica, ecc… Veramente! Emergere e farsi conoscere è comunque difficile, però devo dire che all’inizio siamo stati abbastanza fortunati. Avevamo un demo e lo abbiamo fatto girare tantissimo, abbiamo una fanbase da allora che è ancora molto fedele. Anche la critica è andata piuttosto bene, con tutti i limiti del caso, sebbene fosse un debut album e avesse i suoni che aveva. È ovvio che, col senno di poi e con l’esperienza, lo avresti fatto diversamente, ma in realtà noi non rimpiangiamo niente, viste tutte le soddisfazioni che ci ha dato!
Quale è stato l’ostacolo più grande in cui siete incappati dagli esordi ad oggi?
Nicoletta: In realtà sul primo disco abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare un’etichetta o, comunque, qualcuno che ci potesse promuovere adeguatamente. È ovvio, ci siamo affacciati sul mercato completamente da soli, quindi diciamo che abbiamo dovuto imparare il mestiere del musicista autoprodotto, il che non è semplice! Si fanno tanti errori che, magari, appunto, avendo dietro un team esperto nel settore musicale non avremmo fatto… però guarda: io ti dico che, ritornando indietro, se allora avessimo saputo che saremmo finiti a questo punto, penso che avremmo rifatto tutte le scelte uguali. Per il resto grandi ostacoli, sinceramente, non ne ho visti. Siamo stati piuttosto fortunati, non ne abbiamo avuti.
Oggi ci troviamo a Mantova per la seconda edizione del Milady Metal Festival. Se non erro, già lo scorso anno avevate preso parte all’evento. Che cosa ricordate con più affetto di quest’esperienza?
Nicoletta: C’è proprio un’atmosfera, è un momento di ritrovo in cui trovi tutti i fan, tutti i supporter che, magari, hai incontrato durante i concerti nelle varie località singolarmente. È come un punto di ritrovo in cui tutti ci ritroviamo, quindi ci sono tantissime facce conosciute, è un po’ come tornare in famiglia. Questo vale per la scorsa edizione, ma quest’anno è anche di più, devo dire! È proprio un’esperienza bella a prescindere!
Come dicevo pocanzi, vi siete esibiti meno di un’ora fa. Quali sensazioni vi accompagnano quando salite sul palco?
Nicoletta: Anche se sono un po’ di anni che siamo in giro e la cosa si sia attenuata, c’è ancora un pochino di ansia, ti chiedi: “Oddio, canterò bene? Farò bene? Piacerò al pubblico?”, però in realtà sono tutte emozioni che, appena sali sul palco, esplodono in qualcosa di positivo. Non è mai un “Ho paura di salire sul palco”, è più un’ansia in senso piacevole, ecco! Almeno per me è così!
Federico: Anche per me è così! All’inizio c’è un po’ di ansia, però dopo i primi due accordi diciamo che prevale la voglia di divertirsi.
Rimanendo in tema ‘festival’, so che tu, Nicoletta, hai avuto modo di organizzare un festival prog/power/symphonic chiamato Symphony Of Power Fest. Il festival ha avuto un buon successo, tanto che ha toccato ben due edizioni! Quali sono stati i pro e i contro nell’organizzazione di un evento simile? Ci sarà una terza edizione futura o per ora trattasi solo di una piccola parentesi?
Nicoletta: Beh, i contro sicuramente la burocrazia infinita! Non potete immaginare i viaggi che ho fatto alla SIAE! Erano più le volte in cui li trovavo in sciopero o che avevano fatto mezza giornata di lavoro. I viaggi alla SIAE sicuramente sono stati i contro! Per i pro, invece, devo dire che sono stati due festival che sono andati piuttosto bene! Abbiamo stretto amicizia con un sacco di band con cui continuo a sentirmi ancora quotidianamente, come i Kaledon, gli Altair, i Windrose, anche loro hanno fatto un bel po’ di strada… Insomma, si è creato un bel momento di unione, poi ripeto… in realtà se ci fossero locali nella nostra zona, visto che era una cosa a livello locale, mi piacerebbe anche riorganizzarlo ma attualmente la situazione musicale in Toscana non è bellissima… Per il momento è ancora in stand-by, ancora dal 2012! Purtroppo penso che ci rimarrà!
Nicoletta, come ben sai, quando una band fa sfoggio di una voce femminile, la gente subito pensa che la band tenda più a puntare all’immagine piuttosto che offrire musica di qualità, quindi si rincappa sempre nel solito discorso: “Se hanno una donna, è perché cercano attenzione e non hanno nulla da dare al pubblico”. È vero che ci sono state band in passato che hanno puntato solo ed esclusivamente all’immagine, ma io sono convinta che se all’interno di una formazione vi è una donna non significhi puntare sull’immagine. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
Nicoletta: E’ un discorso molto spinoso, perché come vedi, anche stasera, c’è una fanbase che è “specializzata” del female fronted, quindi in realtà a volte alle band conviene quasi etichettarsi come ‘female fronted’. Non è una cosa che noi abbiamo fatto particolarmente, nel senso che all’inizio non ci promuovevamo mai come ‘female fronted’ ma solo come ‘melodic power metal’ perché, effettivamente, se da una parte ti aiuta a venire in contatto con questa fanbase che è veramente ‘accanita’ – non so se sia così anche per le altre band, ma nel female fronted c’è uno zoccolo duro a livello europeo che basta che tu faccia uscire un disco e sai che, almeno, quelle vendite sicure le hai; dall’altra parte, ovviamente, c’è tanta gente, ci sono tante persone che storcono il naso, nel senso che tante volte mi è capitato che delle persone mi dicessero: “Ah, non vi avevo mai ascoltato perché il genere female fronted mi fa schifo, però voi invece siete bravi!”. In realtà, secondo me, da una parte aiuta, dall’altra è molto svilente, però non penso che sia una cosa che si possa combattere. Quello che, per l’appunto, si potrebbe fare, forse, è smettere di puntare effettivamente tutto sull’immagine delle cantanti: nel senso, anche io lo faccio, moderatamente. Non mi vedi sulla copertina del mio disco, non mi vedi scosciata sul palco! Ci sono modi e modi di farlo! È ovvio che se ti presenti mezza nuda sul palco, diciamo che ti ricordano di più per le cosce che per la voce! Io spero di riuscire a fare il contrario.
Roberto: Effettivamente, è vero che si potrebbe stare a fare la polemica secondo cui le donne nel metal sono viste soltanto come qualcosa da mettere lì sul palco, però è anche vero, come ha detto appunto Nicoletta, che di donne veramente brutte sul palco non ne ho mai vista una, mentre con gli uomini ci sono dai rutti ai modelli! Sembra quasi che le scelgano selezionandole, perché è possibile che non ce ne sia mai una che fa venire il vomito e non per la voce? Possibile che 95 donne su 100 di quelle che cantano effettivamente hanno addosso poco più di un filo interdentale? Allora, non facciamo gli ipocriti! Se tu non vuoi essere giudicata per le cosce, se mi vieni sul palco più nuda di quando sei in spiaggia, beh ascolta figliola: io sono un maschio e come tutte le cose, posso dire “Sì, ok, è metal” e sono un uomo, ma madre natura ha progettato l’uomo per guardare la donna! Spesso e volentieri è la donna che guarda l’uomo! Bisogna dire le cose come stanno. Quando i Red Hot Chili Peppers andavano sul palco con un calzino lì davanti, probabilmente le donne guardavano più loro che gli strumenti, però se fai così… eheheh. È un rapporto causa-effetto, figliuoli. Ragioniamoci!
Questa è una domanda che solitamente mi piace porre in modo scherzoso a tutti i miei intervistati per capirne meglio anche il carattere. Secondo voi, perché la gente dovrebbe supportare e seguire i Kalidia?
Roberto: Provo a spararne una! Siamo tutto tranne che virtuosi, non venite da noi con la speranza di ascoltare qualcosa di più perfetto che esista. Scordatevelo! Aria, state a casa, è tempo perso! Volete divertirvi? Volete vedere quattro ragazzi che saltano sul palco e se la godono? Ecco, allora sì! Non siamo persone che stanno seduti sulla poltrona a suonare, a guardare il manico e cercare di fare lo slide preciso al centimetro – o forse anche al millimetro – e chissene frega se si sbaglia una nota. Abbiamo un’attitudine un po’ più hard rock, forse un po’ meno metal e qualcuno potrebbe storcere il naso, ma se volete divertirvi un pochettino e magari fare anche due urli sotto il palco, beh noi ci siamo! Per inciso, oggigiorno tante band non offrono più e poi ci si lamenta che tante persone stanno a casa a guardare Youtube! Allora se devo stare ad annoiarmi, vado in ditta che almeno mi pagano! Visto che vendiamo uno show, facciamolo ‘sto show!
Torniamo a te, Nicoletta! In passato hai avuto modo di condividere il palco con gli Overtures e più recentemente con Fabio Lione. Che cosa ricordi con maggior affetto di quest’esperienza?
Nicoletta: E’ stata un’esperienza lunga quasi due anni. Abbiamo iniziato io e Jade, poi in realtà ci sono stati un po’ di cambiamenti, però ricordo veramente con affetto soprattutto quel primo periodo, dove Michele praticamente ci ha chiamato, perché con l’uscita dell’ultimo disco, “Artifacts”, aveva in mente di riportare sul palco quello che aveva fatto in studio. C’erano, quindi, tantissimi cori e la presenza di due cori avrebbe sicuramente aiutato a rendere più veritiero questo. È stato veramente bello, perché abbiamo fatto una quantità di festival di alto livello (Metal Days, Gods Of Metal, Spaziorock). Sono state situazioni veramente di un livello molto alto che ricordo ancora con estremo piacere! Sono stati veramente i primi palchi grossi, le prime volte in cui ti trovi a contatto con le crew di altre band grosse, che ti trovi nel camerino di fianco ai Megadeth… Insomma, direi che per questo posso solo che ringraziare gli Overtures per avermi dato quest’opportunità!
Al momento quali sono i vostri prossimi progetti e sogni futuri?
Nicoletta: In realtà stiamo lavorando veramente un sacco con l’etichetta per la release. Dobbiamo ancora sistemare un po’ di cose, preparare ulteriori video e quant’altro. Nei prossimi mesi ci sarà ancora tanto lavoro dietro le quinte, ma vi assicuriamo che ne varrà la pena. Ora abbiamo fatto qualche data isolata che ci sembrava carino ed opportuno fare, non siamo stati a fare tantissime date, anche perché era da un po’ che non suonavamo dal vivo, quindi vuoi un po’ perché avevamo voglia, un po’ perché volevamo suonare le canzoni nuove e quindi tutta una serie di fattori… Speriamo che dall’autunno in poi di poter suonare molto di più in giro, sarà un periodo sicuramente molto intenso sotto tanti aspetti.
Io vi ringrazio ragazzi per averci concesso questo spazio. Come da tradizione, le parole finali spettano agli intervistati! Grazie mille!
Nicoletta: Intanto grazie mille per questa intervista, direi non scontata, il che è una rarità, quindi grazie mille! Ci teniamo a ringraziare tutte le persone che ci seguono e speriamo veramente nei prossimi mesi di poter vedere e conoscere sempre più amanti della musica come lo siamo noi ai nostri concerti. Rock on!